Un ricordo di don Ugo

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Don Ugo De Blasi fu mio docente di religione durante i tre anni di liceo, dall’ottobre del 1956 al giugno del 1959.

Lo conoscevo, però, da bambino, in quanto a don Ugo, come mio padre spirituale, mi affidò mia madre per la prima confessione.

Mi erano giù note, perciò, la sua spiritualità e la sua dottrina e, quel che più mi colpì, il Suo modo forse nuovo a quei tempi, di portare il Vangelo: grande rigore, ma anche grande umanità.

Nella Lecce degli anni ‘50 il fatto che l’insegnamento della Storia e della Filosofia nelle tre classi della sezione C del Liceo “Palmieri” fosse tenuto dal prof. Stefano Giordano, dichiaratamente marxista, destava preoccupazione e forse scandalo.

E ciò perché erano noti la profonda preparazione culturale del prof. Giordano ed il suo grande ascendente sugli alunni.

Si diceva, perciò, che don Ugo De Blasi fosse stato chiamato ad insegnare Religione nella sezione C, perché unico in grado di contrastare l’ influenza di Giordano nella formazione dei giovani.

Mi accorsi subito, invece, che le due presenze erano sinergiche.

La grande serenità d’animo di don Ugo ed il suo fervore fecero sì che noi alunni vedessimo nel suo insegnamento il completamento di quello di Giordano.

Lungi dal seguire la logica del muro contro muro, allora particolarmente diffusa, don Ugo ci fece comprendere che l’ansia di “cambiare le cose”, la sete di giustizia e la capacità di giudizio, in sé positive, rischiano di naufragate se non sorrette da valori più alti, che le virtù cardinali noti bastano all’uomo e tanto più si realizzano quanto più si realizzano le virtù teologali. Non quindi il tentativo di distruggere l’opera dell’altro maestro, ma la volontà di “utilizzarla”, per una in- tegrale formazione dell’alunno.

Questa fu opera da vero maestro, che insegnò come le verità non possono essere in conflitto l’una con l’altra, ma che la più grande comprende e valorizza la più piccola.

Stanislao Natali