L’Eucaristia. Sacramento dell’Amore

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Puntando sempre più decisamente verso gli alti scopi prestabiliti e sentendo sempre più la propria nullità nel raggiungerli, l’Apostolato della preghiera potenzia con l’augusta intercessione della Vergine Maria la sua offerta e la suggella con l’Eucaristia nella comunione e adorazione riparatrice, col culto spiccato cioè verso quel sacramento dove Gesù semper ad inter…
Fu scritto da una penna francese moderna che il mondo senza l’Eucaristia sarebbe vuoto, il cuore dell’uomo freddo, la Chiesa sarebbe mesta. Frase verissima ma il cuore divino che la previde, non la volle attuare; perciò istituì il massimo dei sacramenti, il sacramento che come espressione suprema d’amore fu detto sacramento d’amore: resa esplicita nell’asserzione tomistica: E. est sacramentum express. caritatis Jesus et effectivum caritatis nostrae, vale quanto dire che il S.Cuore ha la sua manifestazione più tangibile nell’Eucaristia e il devoto del S.Cuore, in particolare ha nell’Eucaristia la garanzia della sua form. cr.
I – Troviamo vivo e palpitante il Cuore di Gesù: riandate, anime col pensiero nel Cenacolo.
Là dove nella prima offerta, Consacrazione e Comunione, si agita il desiderio d’un Dio che ama starsene con i figli dell’uomo. I 12 son con lui: ho desiderato… poteva esprimere meglio l’amore.
L’amore ha il suo tragico acme nella separazione, e nella coscienza della propria nullità pur si vorrebbe rimanere legati alla persona oltre i limiti del tempo.
Ma ciò che non è dato all’uomo è possibile a Dio: un pane, cibo di fratellanza universale; un vino generoso come la carità.
Questo è il mio corpo: dunque c’è anche il cuore. Questo è il mio sangue: dunque esso è partito a fiotti dal cuore.
Oltre la morte: hoc facite… Un pane, un calice e un sacerdote e la risultante sarà la presenza di Gesù nell’Eucaristia.
Dalla fatidica sera a tutt’oggi, dal Cenacolo a questo altare, dall’alba del Cristianesimo tramonto radioso nell’eclissarsi del tempo Gesù, il Cuore di Cristo è con noi sino alla consumazione dei secoli. Quello stesso Gesù, quello stesso Cuore. La nostra ragione si smarrisce e vorrebbe gridare come la protesta dell’incredulità: durus est…
Impossibile? Anime, nel cui cuore alberga un forte sentimento verso una persona cara, non vorreste voi nell’espressione tangibile di questo affetto immedesimarvi con la persona amata. Anche nei trasporti dell’ amore umano esclama B. si vorrebbe mangiare, divorare str app are coi denti la persona amata per maggiormente incorporarci con lei, amare col suo cuore, pensare col suo pensiero, vivere con la sua vita.
Ma ciò che è pazzia, furore, desiderio vano nell’amore degli uomini non sarà impossibile all’amore di Dio. Più che un mistero della divina onnipotenza perché colui che ha fatto dal nulla è un mistero del divino amore che ha compendiato e raccolto nell’Eucaristia tutte le risorse del divino amore.
Nell’Eucaristia troviamo le più grandi manifestazioni dell’amore di Dio.
E’ noto il pensiero di S.Agostino nei confronti dell’Eucaristia: essendo sapientissimo; essendo potentissimo; essendo ricchissimo; vale quanto affermare che l’Eucaristia dà fondo all’infinità di Dio, e se tutte le opere di Dio sono materiate d’amore, quelle opere che manifestano al massimo l’azione di Dio sono le più grandi espressioni d’amore . Per cui Giovanni scriveva: cum dilex. In finem… li amò fino alla follia Se nelle alt. opere ad extra risaltano gl’interessi di Dio per il bene delle sue creature, nell’Eucaristia la visione di teorie di anime, la sete angosciosa d’essere riamato, la fame insaziabile delle turbe; fu la debolezza di povere creature straziate da passioni, fu la visione di martiri e di eroi bisognosi d’un cibo quotidiano. Per non venire meno se nascens… e ancora lo stesso T. chiama Gesù “pie pellicane”: quando il pellicano dopo aver scandagliato le sponde in cerca d’un verme o insetto se ne ritornò stanco, i piccoli gli corrono incontro con pigolii di gioia. La delusione spegne l’entusiasmo, affloscia il volo, un affanno mortale viene al cuore del pellicano, si solleva sulle zampe, allarga le ali al vento, e con un urlo selvaggio si colpisce col duro becco il cuore, facendone scaturire a fiotti il sangue; raccoglie poi sotto le ali i piccoli li ciba del suo sangue, fino a che muore estenuato, svenato, vittorioso del suo eroico amore.
Eccolo là il vero pellicano.
II – E d’allora sic nos amantem quis non redamaret? E l’Apostolato della preghiera ha fondato i diritti di Gesù al nostro amore e ne ha assunti i doveri di corrispondenza, accogliendo con gioia la richiesta.
L’ora santa: Nel 1679 Gesù appare a M. rapita in pia meditazione sui dolori di Gesù nel Getsemani: qui ho sofferto interiormente più che nel resto della mia passione. Qualche mese dopo chiedeva in riparazione delle ingratitudini degli uomini e Lui stesso specificava: Tutte le notti dal giovedì al venerdì io ti farò partecipe della stessa tristezza mortale. Medita sull’agonia di Gesù nel Getsemani, sull’agonia d’amore nel sacramento dell’Eucaristia.
Comunione riparatrice: Prometto nella misericordia del mio cuore, che il mio amore accorderà a tutti coloro che si comunichino è la grande promessa che ha attizzato gli animi e che spinge a fiumane le anime alla comunione riparatrice nel primo venerdì del mese; Gesù vuole così essere riparato delle offese che riceve particolarmente nel Sacramento dell’amor suo.
Già prima della rivelazione di P. Gesù aveva domandato la comunione riparatrice a Sante e Santi, e Geltrude, Matilde, Caterina da Genova, S.Margherita sia nei primi venerdì, come nella festa del Sacro Cuore e in altri giorni. La santa fece del suo meglio e l’Apostolato procurò che la devozione si diffondesse in tutto il mondo specialmente il 1° venerdì.
Narra una leggenda: Non rimanere rimani; rimani in una sola chiesa in tutte dai solo al tuo vicario la Podestà, a tutti i sacerdoti.
In un solo giorno dell’anno in tutte le ore di ogni giorno e rimase in tutte le chiese, su tutti gli altari, per il ministero di tutti i sacerdoti, in tutti i giorni.
Rimase perché aveva desiderato con l’intensità di un desiderio divino di mangiare la sua Pasqua con noi; perché non bastava al suo amore vigilare dall’alto all’applicazione; perché non voleva che solo un popolo avesse goduto della sua presenza fisica; rimase perché voleva essere la guida di quanti avrebbero scalato il monte santo della perfezione.
E accese così sugli altari e nei cuori questo fuoco centrale del Cristianesimo, l’Eucaristia, e dall’Eucaristia tutta la vita cristiana si colora e ne promana con perenne freschezza una somma di energie e una calda unità di cuori, a cui altre fedi.
Se il suo occhio affondando lo sguardo nella caligine dei secoli venturi fu velato dal disprezzo satanico, da sacrilegi con cui tanti ingrati avrebbero insultato questo eccesso d’amore: il suo cuore ebbe uno motivo di conforto nella visione di quelle anime che dell’Eucaristia avrebbero fatto vita della loro vita. Gesù la sapeva questa festa d’Amore , la voleva questa convergenza di palpiti e per cogliere questo profumo di cuori restò.
La notte del Getsemani nella coscienza del vicino tradimento dovette sentire dolcissimo il tributo d’adorazione dei secoli a venire che stringeva intorno a Lui in un nodo inscindibile d’amore e di lode tante anime.
Anche nell’apostolato come nella santificazione personale il segreto è lì: umile, grezzo, primitivo, adorno, artistico ogni ictus di forza s’intona dal tabernacolo come il sole allarga i suoi raggi e nelle cose accende una gioia di luce, l’Eucaristia dona vita e calore. Nel propagare il suo regno d’amore, attingi al Sacramento d’amore.