L’austerità e l’infinita mitezza di un prete

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Il ricordo di mons. De Blasi non può prescindere dal luogo più significativo del suo ministero sacerdotale. Nella basilica del Rosario, luogo della spiri- tualità domenicana, attraverso la figura di san Tommaso d’Aquino, echeggia la frase tratta dal libro dei Proverbi (8,7): “Poichè la mia bocca proclama la verità e abominio per le mie labbra è l’empie tà”.

Credo che questa frase rappresenti in maniera significativa anche la sapien- za ispirata di don Ugo che, attraverso una testimonianza continua e coeren- te, ha vissuto la sua esistenza nell’amo- re per la verità e nell’adesione radic ale al Santo Vangelo.

Ho avuto la fortuna di conoscere don Ugo, negli anni settanta, quando ero un giovane dell’equipe d’AC pres- so il centro diocesano, nell’ultimo scor- cio del suo impegno come assistente unitario dell’Azione Cattolica, prima che il vescovo, mons. Minerva, lo nominas- se vicario generale. Questa mia esperienza, vissuta in un tempo breve ma ricco di crescita e di formazione, porta impresso il suo amore appassionato per l’Azione Cattolica che con orgoglio qualificava come “la pupilla degli occhi del Papa” e che rappresentava per lui stesso una parte vitale del suo cuore di sacerdote. Educava intensamente attra- verso la cura profonda della formazio- ne e uno stimolo costante all’azione, invitando, con il suo stesso esempio, “a spendere quanto si ha di più caro: la testa, il tempo… le tasche” per rendere sempre più fecondo l’apostolato dei laici. Erano gli anni in cui l’Azione Cat- tolica aveva assunto l’impegno per l’evangelizzazione; don Ugo offriva tutta la sua esperienza sapiente e l’in- stancabile incoraggiamento affinché l’impegno dei laici si traducesse sem- pre nella credibilità delle scelte, nella consapevole responsabilità di dover essere determinanti anche nell’ impe- gno sociale. Le doti umane e le gran- di virtù sacerdotali si manifestavano attraverso un’austerità che si stem- perava in un’infinita mitezza. Pensan- do al passaggio al cielo del servo di Dio don Ugo De Blasi, avvenuto nel luogo più caro del suo ministero, mentre era raccolto in preghiera, con il rosario in mano, torna viva l’imma- gine domenicana della Vergine che consegna il rosario nelle mani di san Domenico di Guzmàn: corona di sal- vezza, corona di eternità. Attraverso i grani del rosario l’Azione Cattolica comprenda sempre di più il valore dell’ educazione alla fede e si impegni con forza ed entusiasmo al dovere della formazione di un nuovo laicato maturo e santo.

Il presidente diocesano di azione cattolica

Massimo Vergari