Giovani radicati nell’Eucaristia

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Adorazione: <<Regi saeculorum>> all’aprirsi d’una data miliare nella vita dei singoli come in quella delle collettività il pensiero si porta istintivamente alla causa efficiente e finale della vita stessa. E se è vero come è vero che <<omne datum>> e che le opere nostre sorgono <<ad majorem Dei gloriam>> ai piedi dell’altare doveva aver inizio la celebrazione giubilare; dinanzi a Gesù Ostia…
Ai piedi di quello stesso altare, davanti a cui pregarono gli antesignani del nostro cenacolo, per lunghi giorni, e dal quale il 23 agosto 1921 si partirono decisi a tutto osare pur di rendere realtà il sogno che arrovellava l’animo.
Davanti a quello stesso Gesù, vivente nell’Ostia, che ispirò l’idea e la benedisse fecondandola quando la vide attuata. Sì: <<Regi>>.
Come M.Fani e G.Acquaderni nella notte del 2 maggio 1868 è profondamente sentito per noi stringerci intorno a Gesù: è un bisogno! Che cosa è un 25°, se non una sinfonia orchestrata dalla misericordia di Dio per l’uomo. E poi non sorse la Società come la cavalleria medievale per essere aralda del G. Re e difesa del debole e dell’oppresso…
E davanti all’altare, da Gesù sempre ciascuno di noi che abbiam sentito la vocazione all’apostolato laico, ricevemmo l’investitura. E Gesù Eucaristia è lo stesso Gesù del Vangelo che ha simpatizzato con i giovani: <<intuitus eum dilexit>>.
Adoriamo Gesù e gridiamogli con l’ardore la sua suprema e universale regalità su tutto e su tutti, ma specialmente sui nostri cuori. Egli è al centro della storia, a cavallo dei secoli, di quelli che lo precedettero come a termine d’arrivo, di quelli che lo seguirono come a punto di partenza.
Ma ancora non è al centro dei cuori. Un incomprensibile ostracismo gli nega qualsiasi diritto sui cuori e sulle coscienze: eppure <<ipse fecit nos et non ipsi nos>>. Anche se solo apparentemente, nei riguardi di Cristo il mondo dà l’impressione d’una aperta rivolta contro di lui e il suo Vangelo: nel campo sociale e industriale, politico e letterario.
Riconquistare a Cristo la politica e l’industria, la storia e la letteratura è il progetto dell’Azione Cattolica e quindi a Te, o Gesù Ostia, il nostro omaggio, la nostra adorazione: <<ut sit primatum ut sit in omnibus Christus>>: in ogni iniziativa, in ogni attività <<Regi saeculorum>>.
Ringraziamento: e sorse il Circolo. Vennero numerosi i giovani a temprar le membra, ad affilar le armi per la lotta che già si delineava all’orizzonte della patria e fecero dei loro cuori più che dei loro petti lo scudo agli attacchi contro Dio e il suo Cristo.
I 31 pionieri si moltiplicarono ed i loro nomi oggi sono costitutivi d’una legione che si batte tutt’ora sugli spalti, memori del trinomio programmatico: P.A.S.
Scorrere le pagine dei suoi 25 anni di vita non è solo apprendere notizie di cronaca, ma è leggervi in ogni rigo, in ogni parola una grazia, un dono. Grazia e dono di Dio le ore grigie in cui sorse, mentre fuori ruggiva la tempesta e l’anticlericalismo imperava aristocratico nei Parlamenti, volgare nelle strade, interessato nei petti…
Grazia e dono l’essere usciti vittoriosi dalla mischia, l’esser passati dalla vita catacombale all’attività in piena luce del sole. Grazia e dono le giornate del ’31, quando di colpo fummo precipitati nell’ombra per risorgere più belli nel settembre dello stesso anno. Sì, quel Dio rimane sempre Padre, sempre buono e sa trarre il bene dal male: ed oggi siamo fal.
Scorrere i singoli nomi degli iscritti non è solo conoscere chi ci ha preceduto nell’arringo, ma è leggere in ogni nome un poema, un piano provvidenziale: da quello del primo assistente, la cui opera il Signore volle coronare con la pienezza del Sacerdozio, a quello dell’ultimo socio, che Gesù volle rendere partecipe della sua ansietà per la salute delle anime.
Giovani dal circolo passati al Seminario o al chiostro, e sono la più bella gloria di questi 25 anni; giovani dal circolo passati a formare una famiglia, ad accendere un focolare; e sono quelli che han ratificato gli scopi dell’Azione Cattolica.
Di tutto siano grazie al Signore: <<gratias agimus tibi propter magnam gloriam bonitatem tuam>>.
E in tutti sbocci spontaneo il Magnificat dell’esultanza: <<sit anima ut magnif sit sp ut exultet in Domino>>.
Propiziazione: e la sinfonia di grazie e favori orchestrata da Dio per l’uomo è sempre stonata dall’ingratitudine umana. Non si fa del pessimismo stereotipato asserendo.
Una pagina fosca d’ingratitudine gli annali della nostra Associazione non credo e non posso credere che la registrino: sarebbe una incoerenza madornale.
Ma qui nell’intimità, a cuore a cuore con Gesù, una breve riflessione, un esame di coscienza: abbiamo sempre corrisposto adeguatamente alla chiamata? Come gli Apostoli siamo i prescelti nella grande famiglia cristiana. Abbiamo provato in noi l’entusiasmo di Pietro, l’audacia di Giacomo, l’amore ardente di Giovanni là mentre eravamo sul Tabor della vita, nelle imm. giornate luminose: <<bonum est>>; oppure tra gli splendori del Cenacolo gli abbiamo gridato: <<sequar te et si oportuerit>>.
E il Signore ci ha presi in parola: <<potest bibere calicem>>.
E venne l’ora del Getsemani, l’ora delle tenebre, l’ora del Tradimento e forse come i dodici anche noi fuggimmo; anche a noi il Signore ha potuto muovere il lamento: <<sic non potuistis>>.
Forse quando si trattò di salvare il Ma da soli, nella lotta sorda e grigia che quotidianamente ci aggira con volpina strategia, non sempre abbiamo serbato fede all’ideale…
Ed oggi che la Patria ha maggior bisogno di cristiani convinti, di coscienze granitiche, ostili alle mezze misure, quanti han trascorso i loro anni giovanili nella “Borsi” han saputo resistere alla prova del fuoco; al vaglio degli avvenimenti han saputo dimostrare la genuinità della loro fede ? Qualcuno ha defezionato dalle sue file, ha rinnegato l’idea per quella vigliaccheria che si chiama rispetto umano, o addirittura perché travolto e affascinato da miraggi e da chimere ?
Punti interrogativi dolorosi e che bramerei rimanessero senza risposta, perché ogni risposta suonerebbe ingratitudine, oltraggio… Una cosa è certa che non si corrisponde mai completamente alla vocazione e quindi una deve essere la conseguenza: <<parce, Domine, parce populo tuo ne reminiscaris>>…
Preghiera: Oremus: e nella nostra mente riddano turbinosi i bisogni dei singoli e di tutti, e su uno schermo ideale passano persone e cose…
Preghiera per i trapassati: per coloro che dopo aver militato nelle nostre file furono da Dio chiamati al suo cospetto: c’è un socio fondatore, alcuni dirigenti, i semplici gregari tra questi… Per tutti salga al Signore l’invocazione cristiana: <<requiem aeternam>>.
<<Ipsis, Domine, et omnibus in X>>.
Preghiamo per quanti son passati attraverso la nostra organizzazione: per Colui che la sognò viva e vitale e che oggi il Signore ha voluto elevare all’onore delle infule. Per gli Assistenti che lo coadiuvarono o lo seguirono nell’opera di formazione delle anime giovanili… Per quanti si prodigarono per il suo bene e per il suo incremento: i benefattori ed i simpatizzanti… Per quanti dettero ad essa il loro nome e la fecero vita della loro vita, ed oggi ne portano riconoscenti il ricordo nel cuore.
E una preghiera particolare per i giovani che oggi sono gli eredi im. di questa fiaccola ardente: che l’associazione “Borsi” vivat, crescat, floreat.

L’alba radiosa del 25° segni per tutti un raggio di sole, un sorriso di giovinezza, un palpito di gioia nel risveglio santo della fede, delle pure aspirazioni dei sacri sentimenti di virtù e di dovere! Nel tuo nome e con la tua grazia, o Gesù.