articolo ripreso da portalecce
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Il cammino per giungere al felice momento della dichiarazione ufficiale che attribuisce il titolo di Venerabile a don Ugo De Blasi è stato accompagnato dalla convinta ed affettuosa stima e devozione di tanta gente e, come prudentemente usa la Chiesa, è stato lungo e laborioso nella documentazione e nella ricerca delle testimonianze.
Già nel maggio 1998, durante il Sinodo diocesano, fu presentata la domanda per avviare la causa canonica diocesana, per la quale si impegnarono subito l’attuale vescovo di Nardò-Gallipoli, mons. Fernando Filograna ed un gruppo d fedeli che, avendo direttamente conosciuto e profondamente stimato ed amato l’apprezzato presbitero leccese, si sentirono particolarmente coinvolti ed impegnati a far conoscere l’elevata testimonianza sacerdotale, coltivarne la memoria, approfondirne il messaggio proposto con il suo apprezzato ministero di annuncio della Parola, riflessione teologica, esercizio del servizio pastorale.
Come vicario del vescovo, come missionario della Parola e della carità e come parroco in una comunità bisognosa di impegnative scelte di promozione umana e cristiana…
Ed occorre dare atto di tanto diligente impegno ai fedeli che negli anni hanno dato impulso allo svolgimento di iniziative di preghiera, diffusione della conoscenza della sua esemplarità sacerdotale, ricerca della documentazione prevista dalle norme canoniche sino a pervenire alla conclusione della fase diocesana il 27 giugno 2005.
Proprio grazie alla notevole solerzia si è così potuto giungere alla compilazione della positio, il testo che compendia i dati dell’intera vita ed attività cristiana e sacerdotale da sottoporre all’esame dei teologi, necessario per il decreto delle eroicità delle virtù.
In tale contesto, occorre sottolineare, accanto al profondo ardore profuso da parte di mons. Filograna come saggio ed esperto accompagnatore del Comitato sorto spontaneamente per promuovere la causa canonica, l’intenso coinvolgimento dell’arcivescovo mons. Seccia: il 6 febbraio 2018, proprio alla presenza del presule di Nardò-Gallipoli, nella basilica del Rosario, gremita di fedeli, egli affermava: “La memoria testimoniata dalla vostra presenza, e ancor più da chi ne ha raccolto l’eredità, qual è l’eco prettamente presbiterale del carissimo don Fernando, sarà per me veramente una scuola… Ancora una volta voglio ringraziare Dio per avermi mandato in questa Chiesa particolare di Lecce”.
È evidente che l’itinerario di santità si rivela pregnante e coinvolgente nel tempo, continuando ad interessare, appassionare e trascinare. Vero ed eloquente magistero di autentica vita sacerdotale.
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