tratto da portalecce.it
A poco più di un anno di distanza (17 dicembre 2022) dalla firma di Papa Francesco sul Decreto di Venerabilità di don Ugo De Blasi(LEGGI), l’arcivescovo Michele Seccia lo ricorderà con una solenne celebrazione eucaristica nella basilica del Rosario il prossimo 4 gennaio alle 18. Con l’occasione, Portalecce pubblica un contributo di don Pierino Liquori, parroco di San Lazzaro in Lecce e vicepostulatore della causa di beatificazione. È stato lui a curare tutto l’iter relativo alla presentazione della “Positio” in merito alla eroicità delle virtù e alla fama di santità del sacerdote leccese.
Mi piace offrire questo modesto contributo in onore del nostro caro don Ugo De Blasi con un suo pensiero sui sacerdoti che sono cercati dal popolo santo soprattutto per il mistero di quella autenticità di vita, per il loro ministero a gloria di Dio e per l’edificazione del Popolo Santo.
Don Ugo è stato un sacerdote dal cuore infiammato da quello di Cristo.
I sacerdoti, diceva don Ugo, sono «pienamente uomini che non si riducono a parlare di Cristo, ma che vivono di Lui».
Don Ugo era cercato per la sua amabilità, il suo sorriso accennato, la cortesia verso tutti, ma soprattutto per la sua spiritualità cristica, ecclesiale, mariana che era espressione di quella misteriosa presenza che è in lui, con lui e per lui operava nel popolo santo di Dio. Don Ugo è stato un sacerdote dal cuore ecclesiale, eucaristico, nel quale Cristo “abitava” stabilmente.
La fonte del suo fecondo ministero e della sua vita santa è stata la Parola di Dio, il servizio al popolo e soprattutto il tabernacolodavanti al quale viveva tempi preziosi per sé e per il popolo di Dio convinto che la santità, dono di Dio per tutti i battezzati, richiedeva lo «stare» amoroso davanti a Lui per contemplare lodare ed intercedere; una contemplazione che gli offriva l’energia per stare con la gente nel suo nome, soprattutto nel ministero della riconciliazione, nel servizio della carità verso coloro che erano in difficoltà nel corpo e nello spirito.
La contemplazione del Pane eucaristico, nel quotidiano, era il centro della sua vita sacerdotale nel suo ministero di parroco, di vicario generale nel tempo del suo servizio di primo collaboratore del vescovo.
La sua spiritualità era incentrata su tre poli: Cristo pastore e sommo sacerdote, Maria madre e modello della Chiesa, il servizio al popolo santo, soprattutto ai bisognosi e sempre con quella amabilità che era segno della consapevolezza di essere «abitato» da Cristo.
Il Signore ha trovato in don Ugo un sacerdote dal cuore innamorato di Lui, con Lui e per Lui. Niente del suo ministero era incentrato sulla sua persona, ma tutto «per Cristo, con Cristo e in Cristo».
Non è questa “l’avventura” del cristiano sia esso laico, sacerdote, vescovo nella Chiesa di Cristo?
Non siamo noi i protagonisti del nostro ministero, ma Cristo via, verità e vita.
Noi, come diceva Giovanni, siamo “voce”. Cristo è la Parola del Padre che noi, come Chiesa, annunciamo cercando di viverla, come ha fatto Don Ugo e per questo chiediamo la sua benedizione.